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La culla del sogno è sempre vuota,
eppure io partorisco ogni giorno figli tuoi,
non permettendoti di abortire tutti i figli miei.

Li partorisco nella solitudine
della vita che ormai mi vive accanto
e mentre pitturo il tempo sulle unghie,
le affondo nel cuore dei miei giorni,
dove ho perso, aspettando niente,
 gli anni.

Le grandi ruote d’acciaio della carrozzina
si muvono accompagnando il pianto,
e il figlio resusciterà dal cullarsi del vento e delle foglie.

Passi ricordano una distanza
e l’ombra che allontanandosi s’assottiglia.

Incontrare nello sguardo
una  nuvola di bambini fantasmi
tenere nello spazio
legata come fosse un aquilone,

quell’ombra maledettamente mia,
che s’allontana 

nello starmi accanto

.
Ho finito le sigarette.
e non solo le sigarette.
Anche l’accendino è scarico.
e forse anche io.