lumière des yeux

indépendance - Esperance
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Fotografia di QWE

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Ci siamo incontrati sulle parole
scrive in spiccato accento romano
ma credo parli la lingua universale dell’Amore.

La sua laicità e la sua umiltà
lo rendono speciale ai miei occhi.

La sua preoccupazione
è che tutti i bambini del mondo vadano a scuola

"…Dietro questa cosa ci sono dei missionari…
Dei missionari che in questo momento sono perseguitati
perchè aiutano i poveri…"

Dopo il suo recente ritorno dall’India
ha scritto
sul suo blog:

"Nel fango
acqua e terra si mischiano con piccoli piedi
il torbido non è nella visione
ma negli occhi di chi assiste da lontano;
Un grande piede dovrebbe provare il fango."

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Sul suo myspace
ci sono i riferimenti per sostenere
questa sua straordinaria iniziativa
documentata minuziosamente
nell’avanzamento dei lavori.

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Chiunque,
volendo, può adottare la Speranza.

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voci fuori dal coro

pas homologués

Indépendance - Per gentile concessione di Evio Cecchi
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Ex manicomio di Volterra, 2001
Fotografia dell’Amico Elvio Cecchi
per gentile concessione

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Quando Paolo Greco mi parlò della realtà
del Cinema Lubitsch che non conoscevo
mi innamorai delle attività del Lubitsch di Palermo.

Un Cinema di Frontiera della periferia Palermitana
nato  dalla volontà  proprio di Paolo Greco, Franco Machì
insieme a Franco Maresco e Daniele Ciprì.

Il Cinema Lubitsch di Palermo
riapre stasera la stagione 2008/2009
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il sito del Cinema Lubitsch
mi onora per aver adottato parole mie
in apertura.

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Sostenere il Cinema Lubitsch di Palermo
 significa difendere il "dissenso",
salvaguardare spazi di autonomia e di Libertà.
Restare fuori dall’omologazione.
Pensare la cultura come strumento di riscatto…

Trovato vivendo

amitié

indépendance - Umberto Mazzone
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Umberto Mazzone
– per gentile concessione –

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"Umberto Mazzone è avvocato: di sera e nei momenti di pausa, invece, dipinge. Attività forense e pittura di solito si cozzano. Qualche volta,tuttavia,quando si incontrano fanno molta strada insieme. Il codice ha solchi di giustizia, ma ha anche risvolti umani: aride norme che catalizzano in fredde e stereotipe informazioni squarci di miseria umana colta in atteggiamenti da brivido,in lussureggiante disarmonia o in mille altre forme. E al centro vi è sempre l’uomo, con le sue passioni, con il suo volere, con la sua avvincente personalità, legata ai problemi della quotidiana routine.

A volte egli,l’uomo,è diafano,a volte esuberante, pieno di emotività; a volte,invece è innamorato o sente la stanchezza della vita… insomma l’uomo è uomo. Umberto Mazzone è a contatto con questa realtà quotidiana. Successivamente, l’immagine che ne è stata delineata si assopisce nella memoria per risvegliarsi più tardi,nei momenti di pausa, sotto tutt’altre forme, quasi una necessità interiore che preme, incessantemente, per realizzarsi in apparenza estetica. Qui la descrittività, sempre legata ai problemi umani diventa ricerca e necessità di verifica per una sorta di rispondenza tra l’arte e la vita.

Ed è proprio qui che Mazzone avvocato e Mazzone artista si incontrano.Qui l’uomo e l’artista si fondono."

Vito La Piana.

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Ho avuto la fortuna di conoscere Umberto oltre un anno fa e la stima reciproca ha consolidato una nascente Amicizia.
Certo è che mi ha stupito quando mi ha chiesto di scrivere una sua poresentazione per la prossima sua mostra personale.
A chiare lettere gli ho detto di non conoscere l’arte se non con quel filtro emozionale che ci danno in dotazione alla nascita.

Recensire un artista che ha già avuto ambiti riconoscimentinon è semplice.

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Umberto Mazzone è nato a Catania nel 1941.
Ma ha la capacità straordinaria di nascere sempre, ogni giorno
come fosse in ogni domani, la sua venuta al mondo.

Già nel 1979, in occasione di una personale a Roma, il presidente dell’Accademia Tiberina, Prof.Igor Istomin gli ha conferito l’Onorificenza di Accademico.

Si sono interessati alla sua produzione artistica molti quotidiani, riviste, l’archivio per l’arte italiana del Novecento (Kunsthistorisches Institut in Florenz) e numerosi critici si sono interessati a lui…

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Dal 5 all’8 settembre p.v.
al Tennis Club di Messina,
la sua mostra personale
"Un punto nell’infinito"
la cui presentazione Umberto ha voluto affidare a me:

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"Umberto Mazzone,

giocoliere, trapezista senza reti del colore.

 

 

 

E’ stato uno di quei casi che hanno la logica degli incontri,
il rimanere catturata dalla morbidezza dei colori di Umberto.
C’è quasi sempre un otto nei suoi dipinti;

due cerchi che si uniscono e tracciano le linee dell’infinito.
C’è la leggerezza della donna radice forte del suo uomo,
che insieme formano musica e armonia dell’unione.

Avvicinandomi sempre più ad Umberto ho trovato la tavolozza segreta
che emerge al solo essere in contatto con lui.
E’ impercettibile ma si capisce come dipinge,

passionando ogni attimo, ogni tratto, con la cura paziente
che solo la saggezza del tempo,  – un tempo eterno,  paziente e amante –
può avere.

 

Il tempo Amante è il tempo vivo, eterno che esula dal tempo passante.
In questo Umberto ha la forza che lo contraddistingue, lasciandolo
a chi lo conosce, patrimonio inestimabile.



Umberto potrebbe essere la bellezza di un mandorlo in fiore
che funambola acrobazie di fuoco sulle acque del mare."




Beatrice Niccolai

 

comme l'eau

indèpendance - beau comme l'eau
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Fotografia di Matt

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La gioia è trovare casa
anche se di passaggio in parole d’altri
e lì respirare un antico odore
come da una vetta
e provare la forte vertigine
della propria piccolezza.

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il libro di Bruno Catarsi
è arrivato stamani in una busta bianca.
L’ho letto seduta sulle scale,
tutto d’un fiato come da tempo non mi succedeva.

Fermarmi a pagina trentasette
e leggere una meraviglia:

"Non lascio questa stanza"

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Non lascio questa stanza inconcludente
il sole fuori mi ricorda come ero
riccioli lunghi da schermare gli occhi
pensieri inquieti piantati nella mente

al mercato dei ruoli comandati
ho venduto il rossore sulle guance
barattato lo schianto dei cristalli
col disagio di silenzi programmati

ho lasciato la purezza della rabbia
alla sagra dei poeti maledetti
stanco di dare pugni al vento
alla fine ho scelto la mia gabbia

alla festa delle note strampalate
ho smarrito due accordi intransigenti
ora appena oscillano le gambe
soffocate da melodie malate

non lascio questa stanza indifferente
la notte fuori mi ricorda com’ero
l’ebrezza di miraggi mai compiuti
carezze sull’asfalto iridescente.

Bruno Catarsi
da "Domatore di pavoni"
ed. di latta, 2008

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Scopro, cercando questo testo mancante in rete,
che questa Poesia di Bruno Catarsi
si è classificata al premio Fabrizio De Andrè, ed. 2007.

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Per fortuna che esistono
come Bruno, i Poeti.

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trovato per fortuna nello stupore

rouge au coucher

indépendance - Tibet

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E’ uscito il libro a favore dei monaci tibetani
che racchiude anche il mio pezzo
"Ai piedi del tramonto"

«E’ con grande gioia che leggo questo bellissimo libro,
che contiene parole che illustrano le caratteristiche e la bellezza
della cultura e della religione Tibetana,
dello splendido paesaggio del “tetto del mondo”.
Le poesie contenute in questo libro dimostrano sintonia con il puro,
amorevole e semplice cuore del popolo Tibetano.
Apprezzo moltissimo l’amore e l’affetto degli autori di queste poesie
verso le tradizioni del Tibet e verso la sua eredità spirituale.

Agli autori di queste poesie va il mio ringraziamento
e le mie preghiere, ma anche a tutti coloro che le leggeranno!»

Lama Geshe Gedun Tharchin

Il ricavato della vendita di
questo libro
sarà dedicato al beneficio dei monaci e dei rifugiati tibetani

 

 

Ai piedi del tramonto

E’ nell’ora prima del mattino,
quella che muove
al cielo e sulla terra
i cinque colori del mondo.

Rosso è il suo vestito
e prega senza l’arroganza dei prepotenti
Losàr.

Tiene fra le mani
la mano di Dio
e col rosso del sangue
che fuoriesce dalla vita,

scrive la nuova alba
ai piedi del tramonto.

 

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trovato nella voglia di speranza

Soleil d'est

indépendance  - Giacomo. 1993
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1993, Fotografia di Beatrice Niccolai
qui l’originale

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Cammino senza traiettorie
sulla linea d’orizzonte
del tuo sguardo.

Una linea sottile divide
quello che vive da quello che non esiste.

Tu sei il grappolo dei miei giorni
e la festa che si fa col vino, ballando.

Un odore
ci cotruisce intorno le pareti,
tu sei la partenza, la destinazione, il viaggio
e tutte le scale per arrivare
al mio centro e lì,
in te,

come il sole dell’est
ogni giorno rinascere.

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Dalla radice forte di ogni mio oggi

trois ans

indépendance - trois ans

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Terzo compleanno di questo blog

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Nato per sbaglio e per gioco
quattro mesi dopo more ferarum
che esattamente tre anni fa diventava
blog privato.

In 1096 giorni di Indépendance
grazie alle parole su carta,
ho abbracciato persone, passato giorni belli
nelle città dove sono stata invitata.
Due libri editi, tre prefazioni scritte,
compartecipato a due cataloghi d’arte,
riso e pianto con adulti e ragazzi,
siglato progetti intorno alla parola
con comuni ed enti.

In 1096 giorni di Indépendance
ho fumato la media di due pacchetti di sigarette al giorno,
dovrei essere anche aumentata in fianchi
per fare spazio ai sentimenti.

In 1096 giorni insieme
abbiamo riso, pianto, sognato,
abbiamo ascoltato musica e silenzio.

In 1096 giorni di Indépendance
sono nati blog correlati a questo.
sans papier
attodart
memorie di una buona a nulla
via pier paolo pasolini
le nostre donne
il sito

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Per i 1096 giorni di Indépendance
grazie a chi si è fermato qui
insieme a me.


trovato nelle cose che accadono
e non capisci il perchè.

femmes IV

indépendance - Martina Furlan

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Martina Furlan di
‘paso libre’
durante lo spettacolo di poesia di Beatrice
‘le nostre donne’, Venezia.
Fotografia di
Giuliano Brandoli

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Le nostre donne: serata indimenticabile
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E’ stato un successo!

Le poesie di Beatrice Niccolai hanno incantato il numeroso pubblico (auditorium esaurito).
L’attrice Valentina Longo ha interpretato le opere di Beatrice con sentimento,
accompagnata dalla chitarra di Andrea Marzari;  
la ballerina di flamenco Martina Furlan ha trasportato i presenti dentro i vortici dei suoi passi andalusi;
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il poeta mestrino Alessandro Bon ha parlato del suo percorso artistico e personale,
declamando alcune sue composizioni.
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Infine Claudia, con la sua voce vellutata, si è esibita in un pezzo dolcissimo
accompagnata dalla chitarra di Andrea.
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Molto apprezzata anche le scenografia dell’auditorium:
atmosfera soffusa con tavolini attorno ai quali erano seduti gli spettatori, in ogni tavolino una candela.
Le luci ed l’impianto audio sono stati magistralmente gestiti dai tecnici
della compagnia teatrale Arte Povera con il coordinamento del regista Francesco Boschiero.
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Associazione Culturale Territori e Paradossi – VE

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E’ stato il primo spettacolo creato esattamente come volevo io.
Giuliano dell’Associazione Territori e Paradossi ha coordinato perfettamente le persone
seguito l’evolversi della creazione dell’evento.
Un lavoro di due mesi…
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Oggi credo che Giuliano abbia capito il senso dei tavolini,
delle candele, della luce soffusa,
della voce e delle movenze delle donne.
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In questo evento è stata fondamentale la partecipazione degli uomini.
Dal regista, i tecnici audio e luci, i musicisti.
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Dietro le quinte erano davvero tanti.
una quindicina di persone che hanno reso possibile tutto questo.
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Ad ognuno di loro, agli Amministratori,
alle donne dello spettacolo,
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le nostre donne
dicono

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grazie.

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trovato vivendo