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Non arrivo mai con una serata costruita,
dove sono chiamata.
Sì, conosco la traccia di massima,
seguendo il tema della serata da fare,
poi, come in tutte le cose che faccio,
sono io con qualche supporto,
ma senza costruzione alcuna.
Stavo un po’ scomoda sui tacchi, questo sì.
Me li sarei voluta togliere, preferendo i piedi scalzi,
poi come sempre, dico, va beh, almeno apparentemente
sarò vestita, che vestita non rimango mai,
se entro nelle parole.
Nella serata di ieri sera venivo ufficializzata
come madrina di un concorso di poesia itinerante,
per tutti i comuni del paese dove verrà ospitato il premio.
L’occasione era quella di ricordare una maestra
di Secugnago, Piera Micheli Rossi,
venuta a mancare 25 anni fa.
Nel piccolo comune del lodigiano,
ho voluto aprire la serata con un filmato
fatto a quattro mani con le fotografie di Deborah Marini
con poesie mie incastonate dentro,
poi parlando di scuola ho voluto
proporre una traccia di un documento interessante:
Don Milani mentre scrive coi ragazzi di Barbiana
"Lettera a una professoressa"
e una intervista a Pier Paolo Pasolini
su "Lettere a una professoressa" e sulla Poesia.
E’ stata in assoluto la prima volta
che ho accettato un micorofono e di stare in piedi
davanti agli altri.
Gli audio che suonano sempre sul blog ci
hanno accompagnato in un percorso intimo
sulla poesia, dove nasce, dove la si incontra,
parlando di tutto tranne che di poesia.
Ho voluto leggere la poesia di un giovane uomo di Secugnago,
Gianluca. 47 anni da otto affetto dal morbo di Parkinson.
Scrive in solitudine, quando la malattia gli permette
di impugnare una penna e farlo.
Ha orari particolari, e raramente esce dopocena.
Aveva invitato moglie e figlio a venire a sentirmi.
Nel pomeriggio avevamo passato un po’ di tempo insieme
a leggere le sue cose e a parlare.
Quando la sera è arrivato
ho pensato alla grandezza della poesia,
che aiuta a sconfiggere paure e mali
che scava nel buio, solchi di luce.
E’ stata poesia,
poi asciugare le lacrime di Evelina,
in un lungo abbraccio nel dopo-serata,
o della sua amica, anche lei, con lacrime nascoste
dietro la timidezza delle lenti degli occhiali.
E’ stata poesia
sentirmi ringraziare da uomini e donne
che non avevo mai visto prima
ma che sicuramente non dimenticherò.
E’ stata poesia vedermi regalare
una penna semplice viola,
da una signora di mezza età
"perchè tu possa continuare a scrivere"
E’ stato poesia il lungo abbraccio commosso
col sindaco che mi ringraziava
di aver regalato emozioni e riflessioni.
E’ stato poesia
tutto quanto è successo ieri.
E’ questa la grandezza della poesia.
Crea ponti dove sembrano non esserci strade,
apre all’altro nella dimensione dell’Amore.
Poi, parlando da dove nascono a me, le parole,
ho invitato quasi piangendo
a non dare per scontato niente…
che in un attimo, tutta una vita può cambiare,
ed ho invitato le donne a pulire meno casa
ma dedicarsi più a loro stesse e ai loro compagni,
ai genitori ho chiesto di insegnare il valore
della povertà ai loro figli
E quando ho parlato delle mie Assenze,
lasciandomi orfana di destino,
in una terra disubbidiente.
Lì, la mia voce non ha sostenuto del tutto
– svicolando in altri terreni –
l’urgenza del pianto.
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Dal diario di bordo