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Torni con le aspettative di figlio,
e un sorriso, grande, aperto sulle mie inquietudini.
La telefonata precedente l’arrivo è sempre quella.
– Mamma ho perso il treno, arrivo più tardi.
giustifichi orari, diventi pignolo nel darmi orari e tempi,
ma io lo so che il tuo treno ora ha lunghi capelli
e una dolcezza che è bello che tu viva.
Nella telefonata, breve, chiedi sempre del libro,
la mia unica via di fuga dal buio.
Per quello gli vuoi bene. Quasi l’ami,
senza averne letta nemmeno una pagina.
Non t’importa delle pagine, t’importa dei miei spazi
e accetti così ogni mia assenza ingiustificata dalla tua vita.
– Dai, mamma, come si chiama il libro? che non lo ricordo mai…
– E Natalina è sempre lì?
– Voglio bene a tutte e tre! A dopo!!!
Tu non lo sai che ho tante novità.
Sono novità anche per me, che non ci credo nemmeno.
Una telefonata dell’Amminstrazione Comunale
mi comunica che vuole curare l’evento,
la presentazione del libro, qui.
Mettono a disposizione delle mie parole, la villa:
quella grande e prestigiosa, un pò anche museo
riservata ai grandi eventi.
Tu lo sai, come sono. Che sono entrata negli uffici del comune
cantando il valzer del moscerino e fumando dove ci sono divieti.
Mi vuoi bene anche per questo. Lo so.
Ma che ci vuoi fare, se hai la mamma sempre sulla luna
quando la vita è sulla terra
e che ci gioca a pallone, scambiandola sempre
nel cielo, per una forma di formaggio,
grattandola nelle sere,
sugli occhi.
Ci sarà un ufficio stampa per l’evento
e si sono stupiti dei nomi che saranno qui, con noi.
Ci saranno camere riservate nel miglior albergo della zona
per le Voci che faranno ballare le Parole
nella grande sala affrescata col camino in ceramica liberty.
– Per quella sera io vorrei una bottiglia d’acqua per chi ci sarà.
Avranno sete. E magari dei bicchieri,
almeno bevono, fra le parole.
Mi guardano. Ridono, con una tenerezza
che mi faccio tenerezza da sola.
Parlano di stampa, di manifesti,di inviti, mi chiedono
nomi da invitare.
Io non ho più nomi da poter invitare
e la nostra tavola è diventata un banchetto intimo.
Quando ci sei te, siamo in tanti.
Io tutto questo non te l’ho detto.
Mi commuove la mia vita,
per i colori caldi che ancora riesco a vederci,
nonostante sia stata sviluppata
in una pellicola in bianco e nero.
Il gestore della grande libreria
m’ha fermata per strada.
– Mi dica, ho saputo del libro, vorrei organizzarle
un tavolo, delle sedie, qui, per la promozione.
Lo guardo stupita.
– Un tavolo non serve. Le sedie nemmeno.
Magari sto in piedi, accanto a lei
e possibilmente dove non c’è troppa confusione.
Lì, nell’angolo.
La parola non ha bisogno di troppo rumore,
ha bisogno solo di trovare casa nei cuori che l’ospitano.
Ho comprato un libro che cercavo da tempo,
uscendo, comprati cinque pacchetti di sigarette
e tornata qui dove t’aspetto
e di tutta la mattina
l’attesa di te è la cosa più bella
potesse succedermi
Fra le ali delle parole
e le mie catene,
in Te,
ancora s’accende la speranza
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Villa Pecori Giraldi, Borgo San Lorenzo
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liberamente tratto dalle cose che accadono
e dallo stupore