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Dimmi quanto rumore
fanno certi pensieri nel silenzio assoluto
del mio convento.
Quanto spazio occupa
quell’ombra che lasci abbracciata a me
quando il giorno avanza.
Il custode apre ogni giorno il cancello
per l’ora d’aria,
dove ci è sconsigliato interrogare le stelle,
mentre i passanti lanciano gli sguardi nel chiostro
dove accarezzo l’impercettibile tua presenza.
Dimmi, se lo conosci il nome della pazienza,
in cui misuro in me, l’infinita distanza.
In una smorfia nata nella vita parallela
raccolgo la vanità dell’anima,
che leggiadra e leggera, anche mentre la vita dormi,
con la tua ombra
danza
.
E’ per te.