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Fotografia di Phoeb
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Quel flebile discorso
spezzato nel morso del singhiozzi
non fa presagire l’arrivo di una parola.
Prima di lei
tutto è già finito
tutto sembra sempre finire.
Le ombre mosse dal vento
ancora vestono la tenerezza del tempo.
In loro non un silenzio fuori posto:
solo i disegni dei capelli
laddove sembra andare e non arrivare
il vento.
Passano così di anno in anno
tutti i minuti che conto;
rimbalzano sugli specchi
delle auto ferme in sosta
ai limiti del parco delle stelle.
Chissà se anche tu sei invecchiato,
se i giovani ti salutano
come si salutano gli adulti.
Chissà se anche tu come me
ti specchi nel primo ricordo
per sentirti come loro.
Seduti sulla nostra periferia
ingrandiscono i sogni e socchiudono gli occhi
come se stessimo passando
come il cadere di due foglie stanche
ai bordi dell’estate.
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trovato nel tempo che passa
e nel fegato che sembra dare segni di vita