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Fotografia di Nika
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Le stanze vuote
respirano la notte
e sembra che partecipino al sogno.
C’è un nuovo odore
in cui m’addormento:
il resto è sussulto di ombre,
di incensi di sandalo bruciati,
di una catena che il vento ha spezzato.
La vità che succede
ha la sua verità
in quello che non è successo
e l’attesa è un albero
che si riveste di timide foglie.
La brace
è la costante di un tempo
che si consuma fra gli alari.
La certezza dell’immediato ora
è il rintocco del cuore
il sasso che riconosce la mano,
il sole che filtra dalla distanza,
riconoscendomi nell’errore
e non dalla forma.
Eppure la costante è sempre quella:
inquietudine e tenerezza
al risveglio.
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Trovato così senza cercare, fra le mani e il cuore.