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Mi chiederai com’è che dormo:
proprio come ricordi,
sul fianco morbido dell’abbraccio,
in quel respiro
che anche se offuscato e nero
schiudeva gli occhi
ad un buon giorno,
E la solitudine si spogliava,
tornava verde in un fiorire di sguardi
in quell’inverno senza merli.
Entrami nel cuore
e lasciami dormire.
Dolcezza amara
quel vederti solo apparire.
Si dondola la luna
in quell’abbraccio ch’è
riva e orizzonte d’ogni gesto,
Nevicano altri giorni sul silenzio:
i tuoi sguardi sono ancora
gli occhi con cui mi guardo:
quell’accarezzarmi il cuore
prima che suonasse la sveglia,
Un odore che rincorro
inseguendo le lucertole
sulle mura fragili del nostro recinto.
Buongiorno tristezza.
Eri il sole e io l’ombra
del nostro Amore.
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Trovato non lontano dal camino