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Respirare così, con semplicità
gli odori che hanno dato anima alla propria storia.
Ognuno c’ha la sua da sgrammaticarsi
lontano dalle parole,
quasi in penombra dal tempo che ancora non si vuole fermare.
Dio no… che non si ferma il tempo
che chiede continui mutui alla stanchezza,
che ogni anno fa rinnovare una polizza con il destino.
Trentanove appuntamenti sempre puntuali,
con bilanci che tranne quelli con l’anima e il cuore, non tornano mai.
Pesano nel bilancio le voci che non emettono suoni,
che hanno ucciso ogni giorno la vita,
rendendola ormai irreversibile destino.
Non predono più nemmeno forma le paure;
fluisce solo lentamente il fiume di pensieri
con su sopra una timida barchetta di carta
con dentro incastonate piccole, brevi e timide parole.
A volte arriva un aereoplano di carta
ad annunciare i nuovi venti della vita,
a trasportare la dolcezza di un odore o di una carezza
e quasi sempre si racconta così la storia,
nell’autismo imperfetto e involontario
d’esistersi.
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alle 1.35, di 39 anni fa, dopo tanta resistienza per non uscire,
dopo taglio cesareo e trasfusioni, la vita si sarebbe opposta con forza
alla mia volontà.
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Dall’album di famglia. Prima del primo bagnetto.