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Poi tutto rientra
come rigurgitato dal sole alla terra.
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Come una corsa che ha perso
in un destino sbagliato
le gambe.
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Corrono scomposte le mani
sorrette da fogli bianchi
e non un cane, neanche abbandonato
a fare strada
a chi trema la vertigine del domani.
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Sorreggimi nell’incertezza
e se proprio ancora devo cadere
lascia volare nel vuoto le mie mani,
perchè raccolgano
le ultime piume di vanità.
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Come una meretrice
depongo il cuore liquido,
fuori dalle labbra
sul tuo glande.
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trovato fra le piccole e le grandi labbra del cuore