Non vorrei più arenarmi
entro i confini dell’aria
dove non respira neanche il vento.
La vite recisa
piange dentro al solco
per bagnare di se’ almeno la radice
protetta dalla terra.
E chiedo pioggia
perché gli occhi del cielo
non si bagnino solo del guardarci.
Che libertà
quel poter piangere
così senza pudore
e vedersi crescere dentro
una distesa senza fine
di fili d’erba.
Fra le erbe selvatiche,
le viole.
***
Se sono mancata qui
non ero distante.
Ero a lavorare la terra
e a ricostruire quello che era stato
ancora una volta, violato.
In un mondo fin troppo scrivente ci vorrà pure
qualcuno che vanga la terra.
La piccola casa nel bosco
sta prendendo di nuovo forma
ed ha un nome di donna
si chiama “La Ripresa”
ed è lo spazio che ospiterà le parole,
mie e di altri,
che avrà spazio e tempo
per ospitare le forme d’arte
così violate e offese da ogni forma di potere
così orfano di cuore.
Provate a immaginare
un luogo lontano dal mondo urlante
sulle rive di un ruscello.
Provate a immaginare…
Fra le cose che sono successe
in questo ultimo mese di assenza di pioggia
c’è che rai radio 3 ha avuto spazio
per le me parole.
C’è che il 21 e il 22 marzo
in occasione della giornata mondiale della poesia
parole mie siano andate in scena
all’interno di uno spettacolo teatrale di Carlina Torta
al Teatro Puccini di Firenze
C’è che non piove e la terra piange.
Con lei, le viole.
Trovato fra le zolle di terra
giorno dopo giorno…