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Mike Bongiorno a casa mia, 1960
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Ci sono qui, nella casa dei miei, ora di mia sorella.
tanti luoghi che raccolgono passati e segreti.
Fra qualche giorno
sarà il 20° anniversario dalla morte di babbo
e con Angela ci troviamo a percorrere ricordi.
Dovevo scrivere tre righe per ricordare babbo
sul giornale locale così ci siamo cimentate a cercare
foto di babbo e mamma. insieme
ora che ci manca ferocemente anche lei.
Nelle loro fotografie ci siamo spesso noi.
Inutile dire la commozione nel trovare scatti d’altri tempi
con noi bambine o meglio ancora
quelle in cui ancora eravamo solo un probabile progetto.
Dal cassettone delle fotografie
è saltata fuori questa, datata 1960.
E’ il retro di casa, dove un tempo babbo fece fare
un cinema all’aperto.
Dalle mie finestre vedo quel giardino,
luogo d’infanzia e di sogni
dove la vita non è ancora
quello non t’aspetti.
Era la stagione delle fragole,
degli odori che fanno ricordo
e certezza d’appartenenza.
Ora è vuoto intorno
e il passato solo una trama di ricordi.
E sono giorni in cui quello che è stato
è una pellicola che rivediamo in silenzio,
dentro noi.
Poi ci guardiamo
e con Angela confrontiamo i fotogrammi.
In vent’anni ci sono angoli di casa
che sono rimasti intatti.
Le sue pipe, le sue radici d’albero, le sue collezioni,
persino un faldone con scritti di me adolescente.
Aperto con pudore, senza sfogliare tanto
per non perdere almeno lì il suo odore,
abbiamo ritrovato un primo articolo che mi riguarda.
In questo tempo in cui le radici
sono la sola forza delle stelle,
attraversiamo il tempo
con un morso ai frutti maturi
e uno sul cuore, fino a colorare
il nostro piccolo universo.
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l’autunno torna ogni anno più forte.