temps d'attente

imdépendance - tendrement
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Fotografia di Sabor

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Mi sto 
in un palmo di mano,
come racchiusa
dalla nebbia.

Varcare
tutti i luoghi dell’infelicità
per nascodermi
dietro persiane di legno
o dentro a un carezza.

Certi capitoli di vita
si scrivono solo con l’ìincoscienza,
inseguendo un aquilone
il cielo,
o le scie delle lumache sulle foglie.

Certi capitoli
occupano tutto il silenzio
impresso negli occhi.

Sono giorni che imbraco l’anima
per non cadere nel dirupo
– ogni volta che cercandoci –

mi guardo.

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aspettando un altro giorno

internet-moi

indépendance - une femme
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Fotografia di L. Martin
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Rientro ora.

Il computer principale
– abbiamo tentato ogni possibile salvataggio –
è andato.

Hard-disk bruciato.
Con lui molte parole che ancora
erano rimaste nei miei segreti, perse.

***

In compenso ho cuffie nuove
avute in regalo dai dottori del pc
con cui mi è almeno concesso
non sentirmi piangere.

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trovato qui oggi

maudite

indépendance - entre l'attente
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Fotografia di Meital_p

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No, non finirà mai l’inverno
è nel suo freddo
ogni giorno più forte.

Il fioccare bianco
è la dolcezza di un ricordo
e prima forma essenziale di silenzio.

Lì verità non mente,
lì l’urlare dei prepotenti
è uno schiaffo alla povertà
di chi si decompone nella parola

ogni giorno,
come acqua che evapora
nel suo scorrere,
lentamente.

Tutto è
– eternamente come la maledizione –
che mi ha partorita
già perdente.

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Prima o poi diventerò aria.

océan

indépendance - le blanc et le noir

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Nuotare nel vuoto
in un’immensa bolla di sapone
fino a rotolare giù
ancora più fondo del già successo
in un altro nero.

In apnea dalla vita,
intravedere lontano un gioco di luce
e non avere il fiato più per risalire.

Cent’anni di cose successe
cadono addosso
come un sordo silenzio di neve.

Pescatrice di guai
potessi avere un’altra vita,
di sicuro,

io volerei

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Delle nostre donne, io mi riconfermo l’errante

la fille et le vent

indépendance - les temps

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Non ha spazio in cui muoversi
quell’infinito che da troppo tempo è recluso
con un secondino davanti al cuore.

Sventolava bianca la bandiera
dalle grate del semicerchio dei Pontello
dove ci si parlava così un tempo.

Quando la strada si perdeva in un campo
e i nostri pensieri,
un pò più in là, ancora qui, nel tempo;

dove l’orgoglio fiorentino finiva
eravamo noi, la grande periferia di quegli anni.

Riconoscibili solo dalla poesia silenziosa
lasciata sventolare in cielo
nell’azzurro un pò grigio fra il viola e il bianco.


Qualche volta pioveva fango
e ci rincorrevano le divise coi manganelli
e io difendevo il mio uomo
e gridavo, ancora bambina,
"picchiate me, picchiate me, che lui è il vento"

Posavano le armi e mi frugavano nell’orgoglio
per portarmi via, anche loro
quel mio timido fazzoletto bianco

.
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Il vento da lontano
scompigliava del cuore i capelli

.
Io ero una ragazzina ancora, lui era già vento.
Era un gemelli classe 56

répit

indépendance - couvrir

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Tu non lo sai che anche stanotte
il silenzio delle cose ha parlato
ritmando di me, il respiro.

Tu non lo sai che anche stanotte
la civetta ha cantato.

Stanotte hanno cantato le foglie,
sotto le foglie, barcollava ubriaco,
un mio pensiero.

Ero lì, dove Tu mi cercavi
nel silenzio del tempo che ci uccide
e che non muore

a cantare
la solita canzone

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Dedicato al lenzuolo con cui ti scopri
quando mi spogli

Tu ne le sais pas que cette nuit aussi
le silence des choses s’est mis à parler
scandant le filet de ma respiration.

Tu ne le sais pas que cette nuit aussi
la chouette s’est mis à chanter.

Cette nuit elles ont chanté les feuilles
sous d’autres feuilles, titubantes et ivres
comme mon unique pensé.

J’étais là, où Tu me cherchais
dans ce temps silencieux qui nous tuent
mais qui jamais ne meure,
à chanter toujours la même chanson

..
(traduzione di
Guidu Antonietti di Cinarca)

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cette nuit

dormir

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Fu la notte più breve
la notte che chiude tutti i giorni.

Prima dell’alba,
andasti in un’alba più chiara
lasciando le nostre ombre
in un lungo e interminabile tramonto.

L’odore di settembre rimarca forte
l’odore dell’Assenza.

Sono diciassette anni che passo piangendo
questa notte.

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Ricordandoti, babbo.

Anime salve
Fabrizio De’ Andrè – Ivano Fossati

ciao babbo

écho

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problema nel caricare le immagini:
qui mi hanno censurato le tette

….

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Una telefonata improvvisa
mi richiama al dovere della presenza.

Improvvisa, oltre l’egoismo
a supplire mesi di silenzi non condivisi.

Ascoltami. Lo sai solo te.
Lo saprai solo te.

Metto da parte i miei fogli,
la mia fretta di concludere la partenza
di spazi e virgole  fra sondabili emozioni.

I segreti più grandi si dicono per strada
dove non rimangono imprigionati
e dove la libertà di parlare
è il sorriso aperto e vivo di una donna.

Si scusa per l’assenza.
Si scusa per aver ceduto al piacere
di liberarsi d’un uomo e amarne nella carne,
per una sola notte, un’ altro.

L’ascolto dalla fretta delle mie cose da fare
e mi trovo terribilmente egoista, così uguale
all’uomo che per una notte non l’ha amata.

E’ bellissima.
Ha una morbidezza nelle sue forme timide
intimorite dall’ultimo diluvio nel suo paradiso.
Il sole le illumina la delusione
che quasi le viene voglia di piangere
come una forte pioggia
prima dell’attesa del temporale

Le mele bagnate
hanno il sapore delle perle
e parole che fanno eco
nella solitudine d’una Donna.

Non m’ha chiesto niente. Neanche come sto.
Però m’ha affogato nel sale del suo mare.
Era salato e non pensava mentre
nemmeno mi guardava.

La guardo dal tanto tempo
che ho deciso di avere per lei, nonostante le mie  cose da fare
che non vorrei mai darle l’egoismo d’un uomo.

E ora come stai?
Le chiedo.

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Ho un altro grande vuoto da riempire, ora.

tratto dalle ferite di una donna

frontière

elle

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Ha due seni sodi, timidi nella sua sfrontatezza
di quando me li mostra con l’indecenza di chi sa
d’un incontro casuale, prolungamento di due solitudini
troppo sole anche per farsi compagnia.

Me li porge con delicatezza, con provocazione,
Se avessi un cazzo, sarebbe duro.
Duro per lei e duro per masturbarmi meglio
immaginandomi fuori e dentro di Te.

Mi cerca la notte, togliendomi dalle mani un libro
sul quale mi addormento violentandomi nel Tuo odore,
ogni senso.

No, non T’ho chiamato. No, non T’ho messaggiato.
Però sei con me mentre lei mi percorre
e sei  con me mentre Ti sogno imboccarmi l’anima
con tutta la Tua antica virilità.

E anche stanotte sarò carne per una donna.
Anche stanotte sarò carnefice dei miei sensi
Nel vino galleggia la Tua mano, in cerca di me.

La Tua mano forte sulla mia testa
così diversa da quelle mani piccole
a cui non appartengo se non nell’egoismo del mio Piacere.
Sì, quella mano che sempre mi commuove
e innaffia la terra arida del cuore
in cui a Te m’abbandono.

Cancello i messaggi che mi spedisce il cuore
a cu preferisco l’accanimento della sua lingua sulla mia figa.
Capelli che scioglie su quei seni con cui gioco
per evitare di giocare al pericolo del gioco
d’un poker d’assi, la Tua presenza.

Una cosa le ho chiesto.
Di farsi ruvida la pelle e di farsi
chiamare col Tuo nome.

Curioso.
Ha detto sì.

liberamente tratto dalle mani