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Fotografia di M. Head
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E’ nel tempo in cui torno
l’attimo che mi vide
soccorrermi negli spazi muti
di una parola.
Le parentesi furono
gli abbracci mancati dell’appartenenza
o il solo presupposto
per dichiararmi amore
o solo esistenza.
La linea nera
accompagna i dirupi dello sguardo,
i lanci sospesi
a volte planano
nell’ignara volontà del vento.
Io ero qualcosa di sospeso
fra l’arsura e il cappio:
vita volle che rimanessi.
Vizio ribelle
quest’accendersi nel buio
come la più ingenua delle lucciole.
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Brevemente e come nota a margine.
O come appunti di viaggio da cui si fa sempre ritorno:
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Ieri ho partecipato con Lorella Zanardo al tema
"LE NOSTRE DONNE"
all’Università per stranieri di Siena.
Linguaggi diversi per noi donne.
"insieme le nostre donne formiamo una bandiera"
è anche il tema di un concorso letterario
voluto dal Comitato Pari Opportunità della stessa Università
che ha visto ieri premiate due studentesse.
Io ero presente in qualità di autrice de "Le nostre donne"
che ha dato il titolo al concorso.
Nel prossimo post,
il testo di Valentina Carbonara
una delle due vincitrici del concorso.
L’immagine che vedete è invece la copertina
di un’antologia di poesia dal 1900 al 2009
curata da tre docenti della stessa
Università per stranieri di Siena:
Russi, Spera, Strappini.
Sono l’ultima autrice presente nell’antologia.
Diciassette mesi fa avrei avuto
per un solo giorno ancora mia mamma.
Ecco,
in quell’ultimo suo giorno
avrei voluto ringraziarla.
La terra muta è pur sempre ancora
un cuore che batte.
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Dalla vita come la non si era prevista