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Fotografia di F. Bird
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Ora lasciami dormire
sulle foglie di fine inverno,
prima che altra stagione
mi risvegli.
E sarà sempre d’ieri
la tua immagine migliore,
quella che osservo in una cornice vuota
mentre cerco nel tuo non-esserci,
una presenza.
S’incamminano le nostre ombre
dove il sole alza la testa
e regala altre nuove sottili e grigie visioni.
Era di maggio
il primo vagito d’un autunno
che chiedeva già soccorso alla terra.
Ora che il tempo
è solo un pretesto per rimandarci
ad un improbabile "a rivederci"
mi chiedo se sia stato più feroce
l’aver perso la strada
o le dita dei piedi.
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trovato nello studio di Adriano
e nei pensieri antichi che anche se mi sposto,
m’accompagnano.