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La gioia è trovare casa
anche se di passaggio in parole d’altri
e lì respirare un antico odore
come da una vetta
e provare la forte vertigine
della propria piccolezza.
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il libro di Bruno Catarsi
è arrivato stamani in una busta bianca.
L’ho letto seduta sulle scale,
tutto d’un fiato come da tempo non mi succedeva.
Fermarmi a pagina trentasette
e leggere una meraviglia:
"Non lascio questa stanza"
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Non lascio questa stanza inconcludente
il sole fuori mi ricorda come ero
riccioli lunghi da schermare gli occhi
pensieri inquieti piantati nella mente
al mercato dei ruoli comandati
ho venduto il rossore sulle guance
barattato lo schianto dei cristalli
col disagio di silenzi programmati
ho lasciato la purezza della rabbia
alla sagra dei poeti maledetti
stanco di dare pugni al vento
alla fine ho scelto la mia gabbia
alla festa delle note strampalate
ho smarrito due accordi intransigenti
ora appena oscillano le gambe
soffocate da melodie malate
non lascio questa stanza indifferente
la notte fuori mi ricorda com’ero
l’ebrezza di miraggi mai compiuti
carezze sull’asfalto iridescente.
Bruno Catarsi
da "Domatore di pavoni"
ed. di latta, 2008
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Scopro, cercando questo testo mancante in rete,
che questa Poesia di Bruno Catarsi
si è classificata al premio Fabrizio De Andrè, ed. 2007.
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Per fortuna che esistono
come Bruno, i Poeti.
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trovato per fortuna nello stupore