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Fotografia di A. Spidistra
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Ancora entrare
nella porta dai mille sguardi
e sentirti arrivare
da altre distanze.
Percepire il rumore delle foglie
quando già eri vento
o quel battere di pensieri ai vetri
di quand’eri pioggia
in quest’andare di domande.
Ancora aspetto
il tempo buono della neve sulle foglie,
in quel silenzio ovattato
senza echi, senza distanze.
E’ questo cancellare orme
sui fossili del passato
o questo cercarci
negli sguardi dstratti del futuro
a distrarre i denti dalla bocca.
Ancora andare
come presagio di vita
all’inizio del vento
riconocere in te,
l’inizio del mio peregrinare
nel mio smarrimento.
Luce delle stelle
delimita al solo accendersi,
il buio della notte.
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trovato nella bassa pressione
e in un’emmoragia che mi costringe a letto.