saut

fatigue

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Ogni volta che lo chiamavo sul telefonino,
il mio dottore conosceva già il mio male.
Non mi lasciava nemmeno iniziare il discorso…

– Tu scopaci e basta
e poi cazzo Bea, come te lo devo dire, situazioni normali te no eh?
– Cazzo doctor, mica scelgo io. Lascio scegliere alla pelle.
Segue le sue traiettorie… Sai che poi ho sete dell’anima.
– Sì ma poi l’anima ti scende dal naso, perdi il respiro,
inizi le tue depressioni e chiami me.
– Senti doctor, non rompermi le palle, sto male, aiutami ora.

Mi guardava, sorrideva, mi prescriveva delle pasticche rosa.
Le pillole anticoncezionali del cuore,
poi si usciva sempre a bere qualcosa insieme.
Mentre noi si beveva, il mio cuore sempre si allontanava
ed andava a innamorarsi di qualcuno.

Il mio cuore era, nonostante tutto, molto fertile
e partorii così tanti figli da invadere ogni dove.

Ho un cuore mamma
che crede alla bellezza di un gesto
e si innamora di una ruga di un cuore
e crede ancora alle carezze e fa le capriole di nascosto.
Ho un cuore testardo
che ogni volta che salta, salta più in alto.

Prende l’asta e corre per lanciarsi nel vuoto
per poi ricadermi addosso con tutta la sua forza

L’ultima volta che ha preso la rincorsa
io glielo dicevo di stare attento…
Ma lui non mi ascolta mai:
Col salto è volato così in alto, oltre al visibile,
in alto, così in alto che ancora deve ritornare

liberamente tratto dalle mie meteore