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Fotografia di H. Kù
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I tuoi anni
già ricordi in un pugnello di istanti
come quando attraversavi
– ignorando i brevi passi della vita –
senza guardare quale destino
sarebbe potuto arrivare.
A diciassette anni non si ha destino,
solo vita da mordere;
nessuno può prevedere che in una pugnalata
si perde tutta la vivacità dei denti.
Urlami che hai fame
e ti poterò un pranzo di stelle.
Un albero è già monumento
poco distante c’eravamo tutti
ad assistere assenti
come se la tua morte fosse vita d’altri.
Ora si chiudano le bocche delle fontane
perchè nessuna mano
si lavi del tuo sangue
ne’ prenda distanze da queste
ombre troppo lunghe
che sono la storia d’un paese
che già dice
no, non è successo niente.
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I tuoi organi ora vivono in altre persone
in Germania.
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Ti ho ricordato in un articolo
che uscirà sabato nel giornale locale "Il Galletto"
Titolo "Leo, perdonaci tutti"