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Immagine trovata in rete e rielaborata
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Ho sempre creduto
alla bellezza delle ombre dei salici,
alla quiete dei ruscelli,
al male di vivere
che esplode come un temporale
nel cuore del silenzio.
Ho sempre creduto
che la vita precedesse la morte
fino a farmi sostegno dei miei cedimenti.
Ho dovuto ricredermi sulla vita
e solleticarmi dentro gli specchi
per non annegare
nel riflesso di un oceano senza fondo.
Come coralli
si sono colorati di rosso
tanti ricordi.
Anche gli occhi per il fumo del silenzio.
Le labbra, un maglione,
e le bacche di pungitopo
di ogni inverno senza ritorno.
Si è colorato persino il cielo
e le mani con cui mi hai consigliato
di sedermi sull'ultima riga
di un foglio nato bianco.
Ecco, sul fondo del fondo,
dietro i giorni che ho perso piangendo
e dentro un cerchio
che mi ha partorito prematuramente
tutto ha avuto inizio.
Tutto ha ancora inizio
e anche domani
ci sarà un altro inizio.
Quanta fatica stare sull'ultima riga
di un foglio bianco
che non ha neanche una virgola
come appiglio.
***
Ripropongo un pezzo scritto da me tempo fa e che ora
è una pagina di "fuorivena".
Qui sotto il file audio con l'interpretazione di
Vinicio Capossela
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trovato prima nella ricerca d'equilibrio
poi nello stupore