Fotografia di D. Composed
Tornare a casa
è qualcosa di grande.
E' trovare tre ragni sull'ultimo discorso
e saperli già familiari.
Sì,
ho avuto bisogno di tempo e silenzio.
Il silenzio, come il bianco, è la somma di tanti colori.
Tante cose sono successe.
Tante cose ho avuto da fare.
Per la prima volta
sono stata nelle parole, lontana da qui.
Passi incerti e la solita paura di cadere.
Cadendo mi sono ritrovata
in un esame universitario sulla poetica femminile
di una giovane studentessa fiorentina
insieme a Emily Dickinson e Margherita Guidacci.
Quella tesina che le è valsa un trenta e lode
è qui, accanto alla tastiera.
Mi sono ritrovata in una rivista di poesia
recensita da Elio Pecora,
o in tre incontri di parole nel luogo che mi è terra natale.
Estate è prepararsi all'inverno
ed ho dunque cercato di amare i frutti della terra
per farne nutrimento per l'inverno.
Casa mi è anche quello.
Vivere di parole
è conoscere la crisi economica
prima che la crisi economica investisse
la parte sana della nazione.
In questo tempo
ho dedicato tempo all'amore:
Sono andata a cercarmi là dove mi ero lasciata
ed ho trovato una donna da amare
e a lei – l'altra me –
ho dedicato il tempo.
Starle accanto e dentro
mentre cercava di imparare a camminare
e ad ascoltare i silenzi del corpo
e le vie della respirazione.
La speranza,
così apparentemente effimera
mi è data oggi da un Nobel per la letteratura a un Poeta
e il nobel per la Pace a tre donne.
La speranza
è sapere che ha finalmente piovuto,
Sì,
piove e sono tornata a casa.
dalla vita che succede