terre d’accueil

Fotografia di Tina

Ora la collina non è più in fiamme,
il fiume si adagia sui sassi
e il canneto copre il passare dei giorni.

Ora è tempo di ripulire le pietre,
di sentire il profumo delle zolle
e di conservare i segreti della terra.

Radici lontane riaffiorano
con la forza dei ricordi.
La stessa forza del filo d’erba.
La stessa forza del perdente
che non teme sconfitta.

Il bisogno
ritarda solo la pioggia.

 Lo senti urlare in silenzio?
I nostri passi non sono passi.
Sono quello che siamo.

Vento sul canneto
e terra su terra.

Niente di più vero
che del semplice esistere.

Trovato nella terra, 
ogni giorno, mentre la tocco, la lavoro
e m’insegna

au ventre de la terre

Fotografia di Kasia Derwinska

Aperta la porta,
è entrato rompendo gli specchi,
l’inverno e il suo sguardo.

La casa chiusa
non s’addormenta
e tace ogni bagliore di luce
che rinasce da ogni riflesso.

Anche la neve
ha oggi un suo senso.

Questo silenzio
mai ascoltato ha urlato più forte
perché ascoltassi la vita
chiamarmi alla vita
dal ventre mai stanco
della terra.

Trovato nelle mani

tous les adieux

fotografia di Katia ChaushevaFotografia di Katia Chausheva

Tutti gli addii ho compiuto.
Tante partenze
mi hanno formato fino dall’infanzia.

 Ma torno ancora, ricomincio,
nel mio ritorno si libera lo sguardo. 

Mi resta solo da colmarlo,
e quella gioia impenitente
d’avere amato cose somiglianti
a quelle assenze che ci fanno agire. 

Rainer Maria Rilke

***

Ricomincio da qui,
mossa dalle assenze,
celebrando le Presenze.

n’est pas un adieu

Fotografia di Mensaka

Ci siamo ritrovati nel nuovo anno
senza celebrare troppo le feste
perché nella sopravvivenza
in ogni giorno si manifesta
il miracolo.

Ed ho amato l’albero di natale
che mi è ancora qui accanto.
Luci bianche e angeli barocchi
fra fiocchi di neve di vetro
e sfere di cristallo.

Tutte le Assenze
ripopolano i giorni fugaci
da rendere eterno ogni attimo.
Ho ritrovato la mia infanzia
semplicemente vivendo.

Ho celebrato ogni giorno
come fosse l’ultimo
serbando alle parole
il privilegio del silenzio.

In questo tempo balordo
che stiamo attraversando
ringrazio la Vita
per avermi dato il priviegio di confrontarmi ancora
con la prepotenza
perché io non perda di vista
da quale parte stare.

La diversità diventa valore aggiunto
o semplicemente, Ricchezza.

***

Posso intanto anticipare che il blog
già esiste in altro luogo
esattamente come lo ricordate qui.
Presto vi darò le coordinate
perchè vi sentiate sempre a casa.

Lì troverete un regalo, scaricabile in pdf
un calendario del nuovo anno
con le immagini e le parole di questo luogo,
perchè questo luogo è dove lo cercate
e spesso non è lontano da voi.

Concludo con la poesia  “mattino”
di Blaga Dimitrova

“Era necessario un addio, perché capissi,
che non c’è un addio per noi.

Per sempre porterò in me quest’alba
come segno di bruciatura.

Alzati sul far del giorno,
partimmo verso l’aeroporto grigio
ed eravamo contenti, perché era così lontano.

La mia ultima parola fu un sorriso.
E sopra di noi sorgeva con l’addio
l’incontro vero e l’amore.”

***

Grazie a Splinder
per avermi dato l’opportunità dell’incontro

la dernière cigarette

indépendance - la dernière cigarette

Fotografia di Katia Chausheva

Ci siamo innamorati delle foglie stanche
che cadevano come noi
sugli antichi distacchi
e abbiamo amato la pioggia
perchè nei suoi riflessi
si faceva strada una luce.

Ora che piove di meno,
ci consolano le ragazze tristi
che cantano come noi,
piano, di nascosto, sottovoce
che si innamorano del vino
già dal tramonto nei filari d’uva.

Luce d’inverno
irrompe nel silenzio
e accarezza le imperfezioni della polvere
che copre e mai nasconde
le nostre impronte.

C’eravamo anche noi nel tempo
e ci siamo ancora
pronti a fumarci l’eterna ultima sigaretta,
pronti a reinventarci la vita.

Novembre è il mese vivo
dei miei destini,
attestazione di vita
di ogni storia che si è consumata
e come germoglio d’inverno
in silenzio, torna.

***

Si vocifera che splinder chiuda.
Spero vivamente siano voci infondate,
vorrei che non accada
e vorrei da qui continuare a scrivere.
Le ultime settimane le ho passate
a inventarmi un doppio e il suo trasloco.
Stiamo ancora imbiancando le stanze,
sistemando scatoloni di parole
per aprire quella casa che uso poco
e che è il mio sito .
Se non qui, ci ritroveremo lì.

Nel nuovo anno
inizierà qui un altro trasloco,
più doloroso, più felice.
La soffitta dove vivo da anni
cambierà aspetto e dovrebbe
diventare una casa.
Dovrebbe allargarsi per contenermi
e la pioggia dovrà fermarsi su un grande lucernario
mentre starò seduta al computer.
Non riesco a immaginarmi lontana dal disordine,
dalle ragnatele che in anni
hanno assunto volto, nome e storia,
dalle crepe che danno un senso alle mura…

Prima che splinder chiuda,
credo avrò tempo per
lanciare altre parole nel web
e tempo per la mia eterna penultima sigaretta.

.
Trovato di sera
e anche di mattina

 

deux ans

indépendance - Alda Merini
Alda Merini
21.03.1930 – 01.11.2009

La notizia mi arrivò con una telefonata
prima che l’Ansa battesse l’agenzia.
Alda se ne era andata.
Era il 1 novembre di due anni fa
ed io ero a Roma.

il bacio

Il bacio appena sognato
in una notte di tradimenti,
dove tutti consumano amplessi
che non hanno profumo,
il tuo bacio febbricitante,
il candore delle tue labbra,
somiglia alla mia porta
che non riesco ad aprire.

Il bacio è come una vela,
fa fuggire lontano gli amanti,
un amore che non ti gela
che ti dà mille duemila istanti.
Ho cercato di ricordare
che potevi tornare indietro,
ma ahimè il tuo bacio
è diventato simile a un vetro.

Io come un animale
mi rifugio nel bosco
per non lasciare ovunque
il mio candido pelo.
Il pelo della mia anima
è così bianco e così delicato
che persino un coniglio ne trema.
Tu mi domandi quanti amanti ho avuto
e come mi hanno scoperto.

Io ti dico che ognuno scopre la luce
e ognuno sente la sua paura,
ma la mia parte più pura è stata il bacio.
Io tornerei sui monti d’Abruzzo,
dove non sono mai stata.

Ma se mi domandano
dove traggono origine i miei versi,
io rispondo:
mi basta un’immersione nell’anima
e vedo l’universo.
Tutti mi guardano con occhi spietati,
non conoscono i nomi delle mie scritte sui muri
e non sanno che sono firme degli angeli
per celebrare le lacrime che ho versato per te.

Alda Merini

trovato nel cuore

souvenirs d'automne

indépendance - automne
Fotografia di L. Alvarez

Di quell'ottobre ch'eravamo
sono rimaste le giovani foglie
ad ingiallire nel tempo
e lasciarvi più distanti.

Passi sicuri precedevano la sera
e noi qui a pensare che la vita
fosse altro.

Ora che il tempo
è quel vizio ballerino
che fanno nel loro morire le foglie
la storia diventa carta bianca,
finestre che si aprono
sulle possibilità.

E mi lascio cadere nel nuovo giorno
da anni, ogni giorno
come stessi ballando
la stessa partitura
delle foglie gialle

qui,
col curioso vezzo d'esserci
anche in autunno.

trovato passeggiando dentro un ricordo d'infanzia
 

démarche de l'araignée

indépendance - en train de vivre
Fotografia di D. Composed

 Senza che lo vedessimo
il tempo stava esondando
dai nostri giorni.

Ricordi il vivere facile
di quell'estate breve?
Quel tuo morire ogni sera
in un sogno diverso
per rinascere senza vita
nella vita del giorno dopo?

Ricordi?

Ora il tempo
è il mare del mio lago
tu un frusciare nel canneto
ch'è di questo tempo,
rituale di memoria,
o soffitta sgombra
per qualcosa che già sta succedendo.

Ricordi la tela di ragno
sull'angolo muto della stanza?

Ora quell'esile filo
seppur incerto e sparuto
illumina i contorni
di quest’andare
sotto gli archi
delle otto zampe di ragno.

trovato al solito posto,
vicino alla ragnatela

 

chez moi


indépendance - retour

Fotografia di D. Composed

Tornare a casa
è qualcosa di grande.
E' trovare tre ragni sull'ultimo discorso
e saperli già familiari.

Sì,
ho avuto bisogno di tempo e silenzio.
Il silenzio, come il bianco, è la somma di tanti colori.
Tante cose sono successe.
Tante cose ho avuto da fare.

Per la prima volta
sono stata nelle parole, lontana da qui.
Passi incerti e la solita paura di cadere.

Cadendo mi sono ritrovata
in un esame universitario sulla poetica femminile
di una giovane studentessa fiorentina
insieme a Emily Dickinson e Margherita Guidacci.
Quella tesina che le è valsa un trenta e lode
è qui, accanto alla tastiera.

Mi sono ritrovata in una rivista di poesia
recensita da Elio Pecora,
o in tre incontri di parole nel luogo che mi è terra natale.

Estate è prepararsi all'inverno
ed ho dunque cercato di amare i frutti della terra
per farne nutrimento per l'inverno.
Casa mi è anche quello.

Vivere di parole
è conoscere la crisi economica
prima che la crisi economica investisse
la parte sana della nazione.

In questo tempo
ho dedicato tempo all'amore:

Sono andata a cercarmi là dove mi ero lasciata
ed ho trovato una donna da amare
 e a lei – l'altra me –
ho dedicato il tempo.

Starle accanto e dentro
mentre cercava di imparare a camminare
e ad ascoltare i silenzi del corpo
e le vie della respirazione.

La speranza,
così apparentemente effimera
mi è data oggi da un Nobel per la letteratura a un Poeta
e il nobel per la Pace a tre donne.

La speranza
è sapere che ha finalmente piovuto,

Sì,
piove e sono tornata a casa.

dalla vita che succede