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Se esiste un luogo chiamato casa,
quel luogo ha la forza del tuo respiro.
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Stasera, quindici anni fa, con tredici giorni di ritardo
m’avresti dato il primo cenno di vita al di fuori di me,
rompendo la sacca delle acque.
Oggi, quindici anni fa
ero molto giovane e impaurita,
oggi quindici anni fa,
ti scrivevo un quaderno di avvertenze per l’uso,
ma la vita – l’avrai capito –
non è il cavallo a dondolo di legno,
la tua culla di vimini o il carillon che suona Brahms.
Oggi, quindici anni fa
ti parlavo con la voce fuori dal cuore come i matti parlano col vento.
Sì, t’ho sempre parlato anche quando mi abitavi
perchè tu non dovessi mai avere paura
di cosa avresti trovato dove non c’erano cavalli a dondolo
ne’ occhi sicuri a proteggere i tuoi primi passi.
Oggi quindici anni fa,
odore di mandarini e vaniglia
nella casa fatta a forma di tenerezza.
Un cuscino senza trine
le mie carezze alla pancia che
m’avrebbe cresciuta oltre le mie sconfitte.
Oggi quindici anni fa,
non desideravo più alcuna libertà;
Avrei trovato in te, la grande Libertà dell’Appartenenza.
Un bozzolo di carne,
con due pezzi di cielo incastonati
in un infinito cuore
Stanotte, già all’inizio di domani
saresti nato
.
Di questi quindici anni, Giacomo,
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g r a z i e
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Liberamente tratto dal cuore, dall’unico motivo di vita,
dall’utero e dalla pelle