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Sarà il libero pensare
quel camminare fra i crepacci dell’incapacità
di bersi un caffè col mignolo alzato,
piuttosto un dito medio alzato ai benpensanti
fino a sfiorare il culo alle nuvole.
Sarà la strada sconnessa di polvere e sassi
per arrivare nella gola di una voce
che ancora echeggia sulle pareti del mondo
un I care ostentato dai mercanti di sogni
nella vergogna di una bandiera.
Sarà Lorenzo,
una scuola che da vertigine
alle tuniche che a stento recitano
un pater noster nell’abuso d’anelli d’oro
con su inciso un cristo che mai ha portato una croce.
Sarà Lorenzo
la voce di Franco, Nevio o del Buti.
Sarà Lorenzo il peccato di Franco
non avere avuta la voce.
Piuttosto un Cristo che non scende dalla croce
e se scende,
da Barbiana viene fin alla Loggia de’ Marroni
a pesare la dignità della povertà.
Sarà Lorenzo
quel culo sudicio che si lavano
nell’acquasantiera d’una parrocchia di paese.
Saranno Lorenzo,
quegli scarponi che ancora,
anche se cammini scalzo,
fanno rumore
.
Pensando a Don Lorenzo Milani, Mestro di Libertà