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Fumami addosso la vita
e ricordami ancora l’odore che ha.
Erano belle quelle lunghe giornate di poca luce
e ritagli di noi fra le nebbie di fumo
d’una stanza presa in affitto al destino.
L’alfiere s’è fatto di nebbia
nella strada dove raccolgo di te
gli anni che passano fra la terra e il fiume.
Solo la polvere dei rimproveri
s’alza ancora sulla tua bandiera
Una finestra s’è aperta sul cortile delle lavandaie
che lavano ancora le mie camicette
dietro ogni sguardo innocente
della luna
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Liberamente trovato nei ricordi
inciampandoci il destino, ferocemente