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Fotografia di A. Mysi
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Entro senza far rumore
in quella distanza
che ha già strappate le tende
e che ha finestre spalancate
sui delitti di cui non si accerterà mai
la morte.
Vedessi come ho agonizzato
guardandomi scivolare a terra
divententando un fiore bianco,
sul pavimento.
Sono stata una rondine d’inverno
o un cerbiatto dentro al ricordo di un giorno.
Certe stagioni
fioriscono in continuazione,
dove sembrava recisa la speranza.
Rincorri per altri vie
gli stessi sbagli
ma troverai su altri pavimenti,
eterne fioriture di glicini bianchi.
Neanche stavolta volerai:
hai sempre un’ala in mano,
e l’altra senza più nome
fra le gambe.
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trovato mentre facevo ordine in me.
Sei sempre il calzino spaiato.