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"Sono stato assolto a formula piena"
E’ così che mi saluta oggi un vecchio amico.
– Sì, che si fottano tutti. Ora anche l’azienda mi deve ripagare i costi giudiziari;
assolto e mi sono preso una pausa premio dal lavoro.
Il sistema m’uccide.
L’abbraccio, gli accarezzo i capelli lunghi, nerisismi
con i primi segni di tempo, bianchi.
Ricambia l’abbraccio e mi bacia piano le labbra.
– Benvenuto nell’al di qua, allora – gli rispondo io.
Ci fermiamo sotto l’acqua in mezzo alla piazza,
quella piazza dove solo i matti se ne stanno a parlare sotto
la pioggia senza cercare riparo.
Si passa così un’ora
fra la pioggia e il cielo, a cercare di restare per terra.
Non c’è paradiso per i disertori del sistema,
non c’è proprio paradiso per i profughi del cuore.
Se una sera passo con la mia zattera sotto casa tua,
scenderai Bea per salirci a bere un mojito?
Sì, ma solo se sol fai tu, col ghiaccio tritato
e la menta fresca, appena colta.
Bene, passerò domani sera allora col deltaplano.
Sì, ok, t’aspetto. Porto io i bicchieri.
liberamente tratto dalle cose che accadono