clandestin

solitude

.

Frugo nella mia vita
come una clandestina in cerca di me.
Sto sempre sul lato opposto
di ogni strada, di ogni incontro, di ogni certezza.

Guardandomi piangere, sì, mi riconosco.
C’è una strana luce sul fondo paludoso
dei miei occhi.
Ogni tanto una rana saltella
a ricordarmi la possibilità d’esistenza.

Sui ricordi, scrivo la mia storia,
sul futuro non ipoteco alcuna lacrima.

Fra le ciocche dei salici piangenti
racchiuse nel pugno rassegnato delle mani,
qualche parola a ricordarmi passaggi
come un tempo prezioso
arricchito o derubato dall’esigenza dell’Amore.

Canta la luna sullo stagno
nella mia preghiera muta,
nella cecità di occhi senza più fondo
nel fondo senza fine,
come eco d’un eterno ritorno,

rimbalza  sull’acqua come in una danza
il sapore d’un bacio
.

liberamente rubato dalle Tue labbra