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Assorbita dalla vita,
torno nella forma dell’aria
per essere del vento che ti schiaffeggia,
il destino della carezza.
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Fà un rumore strano
la solitudine quando apre
quello che mai è stato chiuso.
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Odori d’abete sparsi per casa.
calzini gettati negli angoli nascosti
perchè nessuno trovi
il calcagno consumato dalle corse.
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Un po’ di polvere è lì,
dove gli occhi stanno nell’abbraccio.
solo una lastra di vetro,
divide la vita dal vissuto.
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Scoppietta fra gli alari
il volo di chi non è mai partito.
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Anche le rondini
tornano dopo l’inverno,
sempre nel loro nido.
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trovato fra due dita di fuliggine
e il cielo.
anche il fuoco cerca una via d’uscita