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Fotografia di Anvie
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Ci sveglia la vita,
così fino a sera, ogni giorno.
Non ricordo mai in che anno sono,
quand’è che sono nata,
se eri già in me, dentro
quand’eri già molto più
di un mal d’assenza.
Si spogliano così i giorni:
i nomi delle strade
sono per ogni angolo, un ricordo,
una memoria fievole
che accende nella nostalgia
dell’esserci già stati
per mille incontri ancora,
il primo incontro.
Frugare nelle visioni,
chiedersi se quell’abbraccio di domani
porterà il nome della gioia,
o se sarà la gioia
a riconoscerci nella malinconia
che cerca solo di ricordare
quel brillare del vino
in un sorso bevuto dalle reciproche labbra.
Sì Amore,
siamo stati tutto questo.
(e molto di più se frughi nei ricordi)
Sono ogni sera
il timido soccorrermi
in quella chiave che gira a vuoto
per i vuoti che non sai,
dietro frasche di giorni,
o sui morsi che davamo alla vita
prima di Amarci.
M’illuminano,
prima d’incontrarmi
timide e consolatorie,
le stelle.
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Poi ti chiederai
che cosa c’entrano con noi
i Fratelli Kennedy, Marx o Enzo Ferrari.
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trovato in una giornata assurda
con la casa scombussolata di nuovo
e dall’allegria dei giovani che ogni giorni
vengono a trovarmi.