.
Si ferisce la notte,
ricoperti di neve, gli occhi lavano del cielo,
gli sguardi delle stelle.
Una coperta sbiadita sull’intima solitudine di Dio
che invece di contare le pecore
ne fa maglioni con le maglie del tempo
per incatenare al mio inguine,
il peccato degli angeli
.
Liberamente tratto dalle tarme del tempo
e dall’odore di canfora