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Fotografia di Grenie
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Il tempo,
quest’oracolo muto
dalle spalle larghe
si fa breve al risveglio.
Non una risposta
rimane fra le mani quando ti cerco,
piuttosto la vertigine
dell’avere un baratro
come scendiletto.
Giorni a seguirsi
nell’anno lungo di figlia,
nel trovare bella la parola mamma
e non avere nessuno più
a cui raccontarla.
Solo immagini in movimento
si frantumano ogni sera,
al ricordo.
Di che colore erano
quelle lenzuola tese
prima che ci piombasse addosso l’inverno?
Si rincorrono che sembra che giochino
come nell’infanzia,
certi pomeriggi senza memoria,
i pensieri dall’odore di sandalo.
Indosso come allora lo sguardo
con cui guardavo il silenzio
o con cui frugavo i riflessi negli specchi.
Ora che tutti gli specchi
si sono incrinati sulla siepe del lauro,
che anche alle scale manca
l’eco dell’affanno,
troverà una sua eco in me
almeno il silenzio?
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Un anno dopo, manchi mamma.
Dio se manchi.