oracle

indépendance - main
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Fotografia di Grenie

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Il tempo,
quest’oracolo muto
dalle spalle larghe
si fa breve al risveglio.

Non una risposta
rimane fra le mani quando ti cerco,
piuttosto la vertigine
dell’avere un baratro
come scendiletto.

Giorni a seguirsi
nell’anno lungo di figlia,
nel trovare bella la parola mamma
e non avere nessuno più
a cui raccontarla.

Solo immagini in movimento
si frantumano ogni sera,
al ricordo.

Di che colore erano
quelle lenzuola tese
prima che ci piombasse addosso l’inverno?

Si rincorrono che sembra che giochino
come nell’infanzia,
certi pomeriggi senza memoria,
i pensieri dall’odore di sandalo.

Indosso come allora lo sguardo
con cui guardavo il silenzio
o con cui frugavo i riflessi negli specchi.

Ora che tutti gli specchi
si sono incrinati sulla siepe del lauro,
che anche alle scale manca
l’eco dell’affanno,

troverà una sua eco in me
almeno il silenzio?

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Un anno dopo, manchi mamma.
Dio se manchi.

c'etait hier

indépendance - Noel
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Fotografia di Kelp

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Ci sarei arrivata
a quel giorno ch’è già ieri
e che mi guarda
attraversare il tempo.

Era ieri
quel gracidare di rane
dietro al primo sole
di un’infanzia a colori.

Poi il divenire si sa
perde colore e acquista forza
come il vento nel mare.

Oggi è tempo di saltare per sassi
per non cadere nei fossi
o inguaiarsi nell’inseguire passo passo
le ombre lunghe
che non hanno più lo sguardo
nemmeno per consolarci.

Stacco così ogni giorno
un’ala all’angelo che mi perseguita
per disegnare nel cielo
una direzione da seguire.

Caldo di scirocco,
inusuale per essere inverno
questo vento che cambia
le traiettorie mie e del tempo.

Sbocciano anche sotto la neve
certe rose in dicembre.

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L’evento che era previsto per il 19 Dicembre a Prato
è stato rimandato a data da definire
per le pessime condizioni del tempo.

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Qui
con un ricordo di Alda Merini
il mio augurio di Natale

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Trovato in un periodo intenso

une vie en blanc et noir

indépendance - seule
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fotografia di M. Julia

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Ho sempre creduto
alla bellezza delle ombre dei salici,
alla quiete dei ruscelli,
al male di vivere
che esplode come un temporale
nel cuore del silenzio.

Ho sempre creduto
che la vita precedesse la morte
fino a farmi sostegno dei miei cedimenti.

Ho dovuto ricredermi sulla vita
e solleticarmi dentro gli specchi
per non annegare
nel riflesso di un oceano senza fondo.

Come coralli
si sono colorati di rosso
tanti ricordi.
Anche gli occhi per il fumo del silenzio.

Le labbra, un maglione,
e le bacche di pungitopo
di ogni inverno senza ritorno.

Si è colorato persino il cielo
e le mani con cui mi hai consigliato
di sedermi sull’ultima riga
di un foglio nato bianco.

Ecco, sul fondo del fondo,
dietro i giorni che ho perso piangendo
e dentro un cerchio
che mi ha partorito prematuramente
tutto ha avuto inzio.

Tutto ha ancora inizio
 e anche domani
ci sarà un altro inizio.

Quanta fatica stare sull’ultima riga
di un foglio bianco
che non ha neanche una virgola

come appiglio.

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trovato in giorni di tenerezza
e molto lavoro intorno allo spettacolo di teatro e parole

air de neige

indépendance - regard
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Fotografia di Elsvo

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Quel giacere dei discorsi
dove il silenzio è già altro
e il passare della vita,
il succedersi di un altro giorno.

Guardarla dai vetri opachi di fumo,
e viverla come fosse aria,
percepirne gli odori
e starci dentro
quasi come fosse silenzio.

(Chissà quale sguardo avrà oggi, il giorno…)

Ruggisce il cuore
come un gatto da poco nato
che si rotola sulle ombre
cercando di vivere, acchiappandole.

Così mi distrae la vita:
urlando echi per sordi,
come il fioccare di attimi,

teneramente.

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trovato nella tenerezza

 

brume de vie

indépendance - vivre
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Fotografia di A. Amy

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Dietro al sole
le mani si sciolgono
in sconsolata resa.

 Preghiera assoluta
 il solo vivere.

L’alzarsi con un vento contro
ed uno sguardo accanto,
è come fucilarsi il cuore
per non lasciarsi ferire.

Le mani cercano
come nella nebbia,
il contorno sicuro
d’una lanterna.

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trovato nella tenerezza
di giorni senza storia

papier

La Cronaca di Piacenza
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Articolo uscito ieri 10 Novembre ’09
su "La Cronaca" di Piacenza

Qui
l’articolo in dimensione reale

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"Essere la giostra che muove l’aria
è molto più bello che fare un giro di giostra.
A volte si può volare scrivendo, dipingendo
o semplicemente abbracciando.

Siate voi ragazzi 
una voce che urla per un dolore
e siate un sorriso per una gioia.

E’ vostro il compito 
di liberare le emozioni da secoli di ubbidienza
e far sì che parlino attraverso la vostra vita
attraverso i vostri disegni, le vostre parole,
tutti gli sguardi del cuore.

Non abbiate timore di quello che dice il cuore.
E’ come voi: non ha alcuna colpa".

(è il mio scritto che apre il volume di poesie e disegni
delle classi elementari delle tre scuole della Circoscrizione III
di Piacenza, presentato stamani)

***

Ero presente sì per le cose che faccio
ma anche in qualità di vice presidente
dell’Associazione Culturale Premio poesia itinerante Piera Micheli Rossi
promotrice dell’evento insieme alla Circoscrizione III di Piacenza

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fra le cose che accadono

entre la nuit

indépendance - soupir
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Fotografia di Yanire

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I fiori di dicembre
sembra che muovano la testa
per cercare la verità sottile
d’un giorno senza storia.

Dentro quel giorno
c’era la memoria
e c’ero io, più stanca della luna.

Riflessa in un ricordo,
sembravo un’altalena felice
in braccio al vento:
sembravo me nel centro esatto
di un sogno interrotto.

Ora che quel sogno
ha le ali recise,
zoppica il futuro nel presente,
contando i mozziconi
a cavallo della polvere.

I soliti pendolari
camminano frettolosi
verso la fermata d’angolo.
Quando m’incrociano
provano pietà per una malata di vita.

Muovono i passi ogni mattina
sulle stesse formelle del marciapiede.
Ne conoscono venature e difetti
e poggiano i piedi al solito posto.

Nella stagione dei fiori recisi,
nessuno calpesti la luna
nè interroghi le stelle.

Hanno visto troppo
e come me muoiono di vita
bruciando in seno alla notte,

lentamente.

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Trovato poco prima di partire

deux femmes

Donne (d') Amare

Locandina di Beatrice Niccolai e Carlina Torta
Donne (d’) Amare

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Ecco dove sono stata in questo tempo:
fra battute di Carlina e parole mie.

Il primo incontro fu su carta stampata due anni fa
in un’intervista congiunta titolata "Donne di parola".
La non casualità ha voluto che ci incrociassimo nuovamente
e nascesse quello che sta accadendo:
una collaborazione a cui stiamo ancora lavorando.

Andremo in scena in un caffè letterario a Prato
il 19 Dicembre p.v. alle 21:15.
Aspettando Hemingway
con il nostro Donne (d’)Amare

***

Da domani invece sarò a Piacenza
dove giovedì mattina incontrerò i bambini
della III° Circoscrizione
per la presentazione del volume di poesie
scritto da loro.

Altri giorni saranno invece a Verona
dove incontrerò Amici e persone
per programmare alcuni eventi di inizio anno.

Sono riuscita a tirare fuori l’albero
e posizionarlo dove lo scorso anno
si fermò lo sguardo di mamma.

***

C’è qualcosa di curioso
che fruga fra i ricordi.
Ricerca di odori e memorie,
Ricerca dell’attimo in cui
magari ci è stato passato
il segreto del vivere
o solo impartita un’altra lezione
di sopravvivenza.

Aria di neve accarezza la terra.
Il tempo ci riconsegna alla longevità
della sconfitta.

Inutile respingere la verità.
Solo l’Amore e la morte
sono del tempo,
certezza.

Trovato nella fretta delle cose
e nel tutto da fare.
A volte vorrei solo aver tempo per sbagliare

l'autre renaissance

indépendance - l'aube
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Fotografia di T. Lulayu

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Ci sorprendono ancora le foglie:

nel loro morire
s’accende la luce dell’autunno
e intravedo ancora due nomi
sulla corteccia del faggio.

L’ombra che mi accompagna
sorregge solo il nostro passaggio.

Intravedo i vetri delle finestre
scritti da infiniti attimi di pioggia
e intravedo a un palmo da me,
il riflesso di un respiro.

S’appannano ancora gli occhi
come se il domani portasse
l’odore di un sogno.

In pezze di silenzio
dorme la radice della donna
e fioriscono attimi di tenerezza
ogni volta che non ti cerco
e m’osservo di nascosto cercarti.

Mani di nodi raccolgono
– che io cada o fluisca –
la mia acqua.

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trovato in mani che mi sanno aspettare

bonjour tristesse

indépendance - tendresse

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Mi chiederai com’è che dormo:
proprio come ricordi,
sul fianco morbido dell’abbraccio,

in quel respiro
che anche se offuscato e nero
schiudeva gli occhi 
ad un buon giorno,

E la solitudine si spogliava,
tornava verde in un fiorire di sguardi
in quell’inverno senza merli.

Entrami nel cuore
e lasciami dormire.
Dolcezza amara
quel vederti solo apparire.

Si dondola la luna
in quell’abbraccio ch’è
riva e orizzonte d’ogni gesto,

Nevicano altri giorni sul silenzio:
i tuoi sguardi sono ancora
gli occhi con cui mi guardo:
quell’accarezzarmi il cuore
prima che suonasse la sveglia,

Un odore che rincorro
inseguendo le lucertole
sulle mura fragili del nostro recinto.

Buongiorno tristezza.
Eri il sole e io l’ombra
del nostro Amore.

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Trovato non lontano dal camino