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Per Tutto quello che ho avuto,
Grazie 2006.
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Grazie per le persone, per gli affetti, per le parole
per chi ho incontrato.
Grazie per aver avuto cura anche di me
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Per Tutto quello che ho avuto,
Grazie 2006.
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Grazie per le persone, per gli affetti, per le parole
per chi ho incontrato.
Grazie per aver avuto cura anche di me
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Sarà come tuffarsi nel cielo
e catturare il profumo delle stelle.
Dev’essere stato così nascere.
Sarà come giocare a nascondino con la malinconia
e innamorarsi di un tratto di strada
– quella che camminiamo insieme –
in cui raccogli la pazienza per farmene corona.
Dev’essere così essere regine.
Io non lo so come sarà, credimi.
So che l’anima ancora sogna
e si specchia nei tuoi occhi per guardarsi.
E so che piange,
quando fra le stelle sul letto del tuo destino,
rimbocca le lenzuola al tempo,
senza darti appuntamenti, più.
Quelli che mancherai
Se ne andranno le nuvole
e torneranno a migrare gli uccelli.
Il mare restituirà le certezze della terra,
la mia è ancora fertile per ogni dolore.
Senza futuro si vive davvero meglio
è come nascere a nuova vita
ogni giorno
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(musica: Hans Zimmer – Brothers)
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Liberamente tratto dai tuffi
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Mani negli occhi
raccolgono il mio cielo.
Un pò piovoso, dicono.
Pioggia che sa di male,
troppe onde persino nel mio inguine
dove raccogli il mio bocciolo per la tua vanità
per farne nettare degli dèi.
In te cerco la dolcezza della risacca,
la sicurezza di una conchiglia,
il volo dei gabbiani.
Ho pianto tanto,
che mi fa male persino il cielo,
ho pianto tanto che non ho più mari;
solo una pozza chiara dove ancora,
quando sei aria che mai asciuga,
io bevo la mia sete
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Liberamente tratto dalle preghiere
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Tutto in te sarebbe diventato
come toccato dalla benedizione di Dio
– anche io – .
Io peccatrice,
non avrei mai chiesto il perdono,
quello che allontana dalla dignità del peccare,
e da te.
Di me, quando ancora mi assaggi,
bevi e mai disseti
Sacralità
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Liberamente preso dalla pancia
e dal cuore
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L’ultimo giorno dell’anno
bilanci che non quadrano mai, figlio.
No, non i tuoi.
Quelli del mondo in cui vivi, ignorandone spesso l’esistenza.
Quel mondo che detta regole e che le infrange
abusando poteri,
rendendo gli erranti così simili a Cristo.
Oggi un peccatore è diventato Cristo
e come il Cristo Uomo, è morto solo
davanti alla folla assetata di pace.
C’è una luce strana negli occhi di chi sa che va a morire.
Più viva della luce ch’è negli occhi di chi sa che deve vivere.
Anonimi gli occhi della folla che urla "a morte per la pace".
L’ultimo giorno dell’anno,
odore di vaniglia, liquore e crema
nel giorno che richiama
più d’ogni altro la Speranza.
M’hanno già regalato mutandine rosse in pizzo,
un bel mazzo di vischio,
una giarrettiera rossa.
Indosserò tutto per ricordarmi tutti i sentieri
della via crucis d’ogni anno
che ci rende nell’odore delle lacrime così sacri,
come cosparsi d’olio d’incenso,
nella lontanza, così vicini a Dio.
Ultimo giorno d’un anno che doveva finire
per buona o cattiva sorte.
fossero i bilanci del mondo
così ricchi e puliti come il tuo bilancio,
acqua chiara negli occhi,
vento dei miei respiri,
che ancora credi in un mondo pulito
Tu che ancora sei,
respirando l’aria pulita del tuo cuore
mantieni chiara e limpida la tua idea
e se un giorno ti chiameranno a vedere morire un tiranno
anche se porteranno bandiere di pace
tu, diserta se puoi,
se non vuoi diventare tiranno pure te.
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La mia preghiera,
sdraiata nel buio del mondo,
prima di arrivare attraverso le carezze della notte
a te
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(musica: Serge Reggiani – Le deserteur)
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Liberamente tratto dai pensieri
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In questi dodici mesi ci hanno accompagnato
in questo blog:
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Serge Reggiani
Ma liberté
Mia libertà
Ma solitude
C’est là
Mon petit garcon
Le deserteur
Léo Ferré
La morte dei lupi
Elsa
Est-ce ainsi que les hommes vivent
L’étrangère
Je t’aime tant
Avec le temp
Boris Vian
Le deserteur
Pan, Pan, Pan, Poireau, Pomme de terre free
Georges Brassens
Pensées des morts
Lo septic
Edith Piaf
La vie en rose
Je ne regrette rien
Les amants
La foule
Serge Gainsbourg
Aux armes et caetera
Je t’aime moi non plus
Jacques Brel
Ne me quitte pas
La chanson des vieux amants
Jean Ferrat
Un jour, un jour
Tu n’en reviendras pas
Herbert Pagani
Merci l’existence
Leonard Cohen
Dance me to the end of love
Suzanne
Master song
Joan of Arc
Democracy
If it be your will
Take this waltz
Astor Piazzolla
Tanti anni prima
Libertango
Oblivion
Ave Maria
Adios nonino
Paco De Lucia
Quizas, quizas, quizas
Tango flamenco
Fabrizio De Andrè
Le nuvole
Oceano
Hotel Supramonte
Una storia sbagliata
Fiume s. Creek
Il testamento di Tito
Creuza de Ma
Anime salve
Giovanna D’Arco
Cose che dimentico
Princesa
Ave Maria
Via del campo
Roberto Ferri
La romance de Marinelle
Da colonne sonore di film
El polvo del tractor – Alberto Iglesias
Raquel – Alberto Iglesias
Hable con ella – Alberto Iglesias
Brothers – Hans Zimmer
Honor him – Hans Zimmer
The contender – Hans Zimmer
Fruto proibido – Cesaria Evora
Piensa en mi – Luz Casal
Romeo e Giulietta – Nino Rota
Lettera a Pinocchio – Johnny Dorelli
Waltz from suite n.2 – Royal Concertgebouw Orchestra
Somewhere over the raimbow – Israel Kamakawiwo Ole’
Yumeji’s theme – Shigeru Umebayashi
Candilejas – Charlie Chaplin
Sirtaki – Andre Rieu
Luigi Tenco e rivisitazioni
Lontano, lontano – Luigi Tenco
Lontano, lontano – Gabriella Ferri
Lontano, lontano – Francesco Guccini
Francesco Guccini
Piccola storia ignobile
Vedi cara
La locomotivia
Dio è morto
Canzone delle domande consuete
Vorrei
Violeta Parra e rivisitazioni
Merci l’existence – Herbert Pagani
Grazie alla vita – Gabriella Ferri
ultime elezioni
Povera patria – Franco Battiato
Italia d’oro – Pierangelo Bertoli
Varie lingua inglese
Knocking on heavens door – Bob Dylan
Knocking on heavens door – Gun’s Roses
Everybody hurts – Rem
Stairway to heaven – Led Zeppelin
Bittersweet simphony – The Verve
Sweet home Alabama – Lynyrd Skynyrd
Suite n.1 – Atom heart mother – Pink Floyd
Wish you were here – Pink Floyd
Varie italiane
Dentro gli occhi – Roberto Vecchioni
Dicono di me – Milva
La fata – Edoardo Bennato
Oh marinaio – Gianna Nannini
A innamorarsi – Giorgio Conte
Via con me – Paolo Conte
Te lo faccio vedere chi sono io – Piero Ciampi
Musica algerina
A vava inouva – Idir
Buddah Bar
Tango serenado de Schubert
Jade Or – Opium
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Gabriella Ferri
Grazie alla vita
Lontano, lontano
Poesie
Padre nostro – Gasmann recita Pasolini
I sandali – Milva canta Alda Merini
Terra santa – Alda Merini racconta se stessa
Antonio Vaiana – composizioni per Beatrice
Indépendance
Accordeon
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(musica: Giorgio Conte – A innamorarsi)
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Liberamente tratto dall’audio
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Non è mai distratto il tempo.
Fruga nei giorni,
lasciandone altri da distribuire
al crudele vizio della memoria.
E’ un bambino che non vuole crescere,
anche se il mio tempo ha capelli bianchi
e rincorre le nuvole, quando le disegni, perfette,
nel mio cielo.
Il mio cielo non ha confini,
solo coperte di stelle
e il tuo ramo vicino all’ultima mia finestra
dove di te, oltre al cuore,
sbatte la persiana
Avrei bevuto tutto di te,
anche la noia.
Domani io brinderò
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Liberamente tratto dal tempo
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Al di qua del vento
arrivano forti come schiaffi, le tue carezze.
Avrai cura di me?
Riuscirai ad abbandonare i porti senza navi
per salire sul mio piccolo veliero senza mari?
Qui, nella mia solitudine
arrivano come portati dalla salsedine dei giorni
quelle carezze che dimenticasti
sulla spiaggia libera, incolta, del mio cuore.
Un destino come giochi di legni
fra noi e la risacca
s’incontrano come baciate dal sole,
le conchiglie.
Detriti di tempo
come vecchie memorie, ti cercano
come se fossi realmente esistito,
come se fossimo la certezza d’un tempo passato,
come fossimo unica certezza del presente
senza alcun desiderio di futuro.
Non interrogherò più le stelle bugiarde
che sempre disegnano nel mio cielo,
il tuo respiro
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Liberamente tratto dalla pazienza
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Se m’avessero descritto il destino
così com’è,
come lo trovo ogni mattina, al risveglio
se m’avessero detto che un giorno
di Libertà ci si può persino smarrire,
come si smarriscono i pomeriggi d’infanzia
nei giochi senza tempo nei cortili,
io no, non ci avrei creduto.
Da giovani si sogna
quello che sempre da adulti si dimentica.
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Liberamente tratto dai pensieri
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Fiore reciso
avrei messo le mie fragili radici
nella piccola zolla di terra;
la terra dove non vivono i morti
e dove crescono forti i fiori selvatici.
Il dolore non è nel taglio
è in fondo, dentro nelle radici
dove il fiore appartiene solo alla terra
Amando le mani che l’hanno colto
prima di sbocciare di se’,
primavera.
Nascondersi fra fili d’erba
per evitare che piangano ancora l’abbandono, le radici.
Per evitare d’essere colto,
il fiore diventa così simile a una farfalla
che chiede al cielo
un piccolo soffio d’aria pulita
dove non aver bisogno più di nascondersi,
dove poter, con le ali tagliate
imparare a volare
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strappato dalla terra, dal sonno, dal freddo