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Destinato a sopportare tutte le mie incapacità,
generoso come un melo selvatico
accogli con dolcezza,
le mie lacrime sulle Tue giovani radici.
Mele grandi, come abbracci spalancati sul destino,
intravedono nelle mie ombre,
la luce chiara degli occhi.
Il dolce esisterci è la risacca del melo,
la corsa nei prati che curi
mentre mi ferisco con le rose rosse seccate al sole.
E’ il ruscello che ci vive nello sguardo,
acqua fresca di montagna per la nostra lontana valle.
E’ nella rincorsa delle nuvole
la scoperta del sole.
Un arcobaleno ricorda che esistono da qualche parte, i colori.
Se ancora mi s’accende il cuore ogni mattina
è perchè Tu l’aspetti ogni giorno
per salirci su, in quella strana destinazione
che ancora, col cuore masticato come un filo d’erba,
col silenzio della voce, riusciamo a chiamare
Vita
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(musica: Roberto Vecchioni – Dentro gli occhi)
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Liberamente tratto dalla Preziosità dell’Appartenenza
e dall’ossigendo del cuore