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Doppia mandata per tornare nella casa
dalle finestre aperte anche durante la notte.
La valigia dei miei viaggi è
quello che riporto a casa nel cuore
senza l’esigenza di dover disfare i ricordi.
Un solo incontro di poesia effettiva,
tante poesie vissute con chi c’era.
Quando posso, quando mi è permesso, evito di andare in hotel.
Ho passato molti dei miei anni – anche recenti – in alberghi.
Mi fa tenerezza ricevere un buongiorno in una casa
o trovare magari pronto un caffè per me,
o sentirmi chiedere un semplice "come stai?".
Mi commuove sapere che sotto casa qualcuno m’aspetta
e mi stupisce di me, il permettermi di uscire dalle mie nebbie
per perdermi nelle nebbie di città che nascondono tesori preziosi:
le Persone.
Il piemonte di persone semplici
e di spazio dedicatomi per le strane strade delle coincidenze
sulle testate giornalistiche di Vercelli,
in giorni diversi, stupendomi, lasciandomi stupire.
Quando faccio serate o incontri di poesia,
io non amo molto leggere o interpretare quello che scrivo
perchè se solo dovessi parlare per come sento,
quasi sicuramente la morsa dell’emozione mi distruggerebbe
fino a portarmi laddove l’intimità della parola
ha le potenzialità di diventarmi ancora, forma di dolore.
Preferisco, quando posso, quando mi è concesso,
affidare a chi c’è, le mie parole.
Io, preferisco non leggere le parole scritte
ma fare nuove parole, frugando dentro il mio vuoto.
Acquistano una incredibile dolcezza,
lette da cuori d’altri.
E’ l’ora in cui mi siedo sulle sponde dei miei occhi
a pescare l’infinita commozione che mi dà.
Vercelli è stato incontro con persone
che conoscevo solo per parola scritta
e che ho avuto la Fortuna di poter cooscere
davanti a un paio di birre a doppio malto per più sere.
Michele, Remo, Francesca, Tamara.
***
Poi di nuovo la regione che un pò mi ha adottata: la liguria.
La liguria che sa tacere le onde del mare
per dare spazio all’odore di probabili tenerezze.
Mani antiche che sanno di buono e calma che si fa strada
nelle mie camminate in salita.
L’editore che m’ha chiesto di rilasciare una intervista che ho preferito
rimandare a un non so quando per telefono
preferendo Maria Vittoria, Roberto, Elisabetta alla troppa confusione.
***
Genova per respirare i miei errori di gioventù
e per respirare ancora nuovi abbracci e le strade di Faber.
Ci siamo fermati a lungo con Carlo nel negozio di Gianni Tassio
a parlare con la signora Daniela.
Una chiacchierata breve, quanto basta per capirsi
senza abusare delle parole.
Una sua richiesta s’è fatta dono, lì nell’odore di Faber
ed io le ho promesso che qualcosa farò.
Per Faber se posso, se ne sarò capace
inciampando sulla mia coda d’inchiostro,
lo farò,
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Liberamente tratto dalle cose meravigliose
che regalano le Parole