sur tes pas

sur tes pas

.

sui Tuoi passi
immancabilmente io trovo i miei
Liberi dagli arti,
ovunque io vada,
i mei passi sempre vengono a Te.

come Alfiere
arriva alla torre
la quinta mossa e rubami.

Leggero,
nell’impercettibile indeterminanza
sui miei passi diagonali,

i Tuoi passi

liberamente tratto dalla scacchiera

morsure

sans pensée

.

Di lunghi inverni
senza una carezza che non fosse la Tua
e parole lasciate al vento, così
nella naturale profezia
della Fedeltà.

Non ho irrigato il tuo campo
di altre solitudini
ne’ abitato solitudini che non fossero mie.

Fra le dita, il morso.
Mio, Senza le gli incisivi di nessuno
sulla mia carne
la Tua carne, consacrata
come l’ostia divina

fra le mie labbra
sempre assaporo quell’essenza di neve.

Dietro ogni porto una nave.
Nel mio, hai sempre l’ancora gettata
e un fazzoletto rosso

 rosso morso del mio sangue
sempre rosso
del Tuo Amore

liberamente estratto dalla bocca

Aimer IV

parle avec elle

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Iniziano  poi le stagioni dell’inquietudine
come lunghi autunni senza più estati
a scandire il m(f)iele dei giorni
se non su una tovaglia di plastica di ciligie fiorita

"Amami, cazzo!"
"Ma che cazzo ha lei ch’io non ho?"
"Magari è una troia che la da a tutti, la zoccola"  

Troppi cazzi per chiedere Amore

Si Ama e basta.
Senza chiedere niente in cambio
solo per quel crudele vizio
d’Amare

liberamente tratto dalle cose che accadono

fille

fille

.

«Bambina, i miei doni sono la follia, il coraggio, l’ambizione e l’irrequietezza.
La fortuna degli amori e il delirio della solitudine.
Il gusto per le comete, per l’acqua e per gli uomini.
Desidero per te intelligenza e ingegno.
Uno sguardo curioso, un naso dotato di memoria,
una bocca che sorrida e maledica con precisione divina,
gambe che non invecchino, un pianto in grado di restituirti la fierezza.
Ti auguro di avere il senso del tempo che hanno le stelle,
la tenacia delle formiche, il dubbio dei templi.
Spero che tu abbia fede negli àuguri, nella voce dei morti,
nella bocca degli avventurieri,
nella pace degli uomini che dimenticano il proprio destino,
nella forza dei tuoi ricordi e nel futuro
come promessa che contiene tutto ciò che non ti è ancora accaduto.».

Angeles Mastretta – da "Male d’amore"

liberamente tratto da pagine che Amo

fatigue

sedue

.

Mi dirai che tutto Ti fa male.
Anche a me, sai?

Ho la vita stretta senza cerniere
e un naso che sanguina anche d’estate.

Mi bacerai?

Ti racconterò le storie che si raccontano al vento
che le cosparga come di nostalgia
nelle lunghe domeniche d’ozio.

L’ozio dei vizi
il migliore degli ozi

Mi dirai che la vita è una lunga partita senza finale,
di Beckettiana memoria come Clov Ti muovi.

il peggiore dei drammi
è sempre stare in platea a guardare,
a guardarTi.

Non riesco ad applaudire il dolore
no, non ci riesco.

mi capirai?

Capirai il mio dolore quando mi tolgo
le Tue scarpe, Clov?

Te che mai sei riuscito
a tenerti sulle Tue gambe se non appoggiandoTi sulla mia spalla,
d’un dolore acuto comunque in Te sempre mi muovo

in finale
sceso dal palco, sceso dal dolore
nel camerino ch’è il camerino dei nostri giorni

lì io sempre Ti riconosco

liberamente tratto dalle mani

proximité

oui, il sera

.

E sarà come perdermi di nuovo
in quelle latitudini infinite di tenerezza.

Unica certezza di me, le mani
e le Tue, lontanamente vicine
richiamano la vita.

E sarà di Te, 
oltre ogni cosa infinita,

certezza

liberamente tratto dalle cose che accadono

il sera

rèfluir des pensée

..

Sarà come non estinguersi all’Amore
per distinguersi dalle esistenze

C’era il silenzio sul lago
fra le creme e i pensieri, qualche rondine
e pagine d’altri per ricordarsi di sè

Voci lontane riportare
dai primi capitoli, risuonavano
l’avvicinarsi dell’estate

Ed  è di tutto ciò che siamo
la più grande delle nostre ricchezze

liberamente abbronzato nei pensieri

jeux de mots

jeux

.

Dove non arrivano le parole
arriva l’aria fresca della sera.

Anche in silenzio,
quel silenzio dentro
che diventa fiume ininterrotto
di cose da tacersi
per non confondersi alla parola

è così bello guardarti

liberamente tratto dalle mani

perspective II

Nous

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Il calice è sempre mezzo pieno
di Te, mi riempio
non solo le giornate.

Anche le notti.
Anche gli spazi, i silenzi, le provocazioni
in un luogo che di me percorri
prima con gli occhi di lei
poi con il cuore e la dolcezza Tue.

Il calice, quando si svuota
io lo riempio sempre.

Prospettive

Anche dei giorni e degli spazi
quelle radure interminabili
che Tu chiami
diritto di mia Libertà
perchè son nata undici siepi dopo di Te

ma ancora Tu non capisci
nel Tuo timore infantilmente adulto
che ogni spazio
ogni virgola
ogni sillaba
ogni mio respiro di parola

è a Te Dovuta

liberamente sorseggiato dal calice di vino